Bentō: l’arte di decorare il cibo

febbraio 24th, 2012 by admin

A chi non è capitato di vedere, in qualche cartone animato o film giapponese, donne che preparano il pranzo a mariti, fidanzati o figli inpacchettandolo in una scatola?
Si tratta del bentō (弁当), un’usanza comune che si può definire un’arte in cui la creatività sta nel decorare un pasto da asporto.

Il bentō è una sorta di vassoio contenitore con coperchio di varie forme e materiali come plastica o polistirolo usa e getta, legno laccato o metallo. Sono molto diffusi anche i bentō fatti in casa avvolti in stoffa furoshiki, che funge sia da borsa che da sottopiatto.

Il cibo in esso contenuto è riso bianco, pesce o carne e verdure in salamoia o cotte, che rappresentano un pasto completo per una singola persona.

La scatola da bentō è dotata di divisori interni per separare cibi differenti, e viene avvolta in un pezzo di carta, di tessuto o in borse speciali insieme alle bacchette.
Il “must” è creare un pacchettino esteticamente gradevole, combinando il colore dei cibi e la maniera di porli, coordinando bentō, bastoncini, cibo, tovaglietta e tutto il resto.

Le mamme si cimentano in confezioni elaborate e fantasiose per i bambini, in modo da rendere più appetitoso e accattivante il loro pasto. Così preparano i “kyaraben”(abbreviazione di “character” e “bento”), ovvero decorano il cibo creando forme di cartoni animati (anime), fumetti (manga) o videogiochi.

Inoltre, c’è lo stile decorativo oekakiben, o bentō-ritratto, che consiste nel ritrarre persone, animali, edifici, monumenti, fiori e piante.
In Giappone si organizzano perfino gare tra realizzatori di bentō, per competere per la realizzazione esteticamente più piacevole.

I bentō sono venduti ovunque in Giappone: dai ristoranti ai supermercati, dalle stazioni ferroviarie ai venditori ambulanti.

Bambole Daruma

febbraio 17th, 2012 by admin


Il Daruma è una bambola votiva giapponese di forma rotonda che non ha braccia nè gambe, ed ha un volto stilizzato da uomo con barba e baffi. Rappresenta Bodhidharma, il fondatore dello Zen, e simboleggia ottimismo e perseveranza. Infatti, una leggenda parla di un monaco buddista che per allontanare il male, sedeva in posizione zazen, così da potersi rialzare sempre in caso di caduta e poter raggiungere il suo obiettivo.

Allo stesso modo, la bambola Daruma avendo un basso centro di gravità, si raddrizza da sola quando viene spinta da un lato. Per il suo simbolismo, spesso si usa come regalo di incoraggiamento e portafortuna.

La caratteristica principale del Daruma, è che i suoi occhi sono dei cerchi di colore bianco. Usando dell’inchiostro nero, bisogna disegnare un solo occhio esprimendo un desiderio; quando questo si realizzerà, verrà disegnato il secondo occhio.

Le bambole Daruma sono vendute in genere all’interno o nelle vicinanze dei templi buddisti giapponesi, e hanno dimensioni variabili tra i 5 ai 60 cm d’altezza. Se la bambola daruma è stata comprata all’interno del tempio, il proprietario può riportarla affinchè venga bruciata. Questo solitamente avviene a fine anno.
È un rituale di purificazione per far sì che il kami (divinità) sappia che la persona che ha espresso il desiderio non ha rinuciato, ma è su un’altra via per realizzarlo.

Takasaki, città nella prefettura di Gunma, è famosa per le bambole Daruma. Qui, alla stazione ferroviaria, si vendono perfino o-bentō che hanno la forma di Daruma.