La lingua giapponese è composta da tre sistemi di scrittura: i due sillabari hiragana e katakana, e gli ideogrammi cinesi kanji.
Lo hiragana si usa per scrivere desinenze, suffissi, particelle e ausiliari; il katakana per scrivere le parole straniere (eccetto quelle di origine cinese), i nomi propri stranieri, le onomatopee, ed il linguaggio delle tecnologie moderne; i kanji invece, rappresentano le parole che hanno significato (i nomi, le radici dei verbi e degli aggettivi).
I suoni fondamentali o puri della lingua giapponese sono 46 validi sia per hiragana che katakana.
Si tratta di 5 vocali , 40 sillabe inscindibili formate da consonante + vocale, e la N sola consonante che può comparire isolatamente.
Oltre a questi, vi sono 20 suoni detti impuri , 5 detti semipuri, e 36 suoni contratti che derivano dalla combinazione di alcuni dei precedenti.

La pronuncia del giapponese è simile a quella italiana per le vocali e a quella inglese per le consonanti.
 Per poter agevolare la lettura dei caratteri giapponesi, sono stati creati dei sistemi di trascrizione in caratteri romani (rōmaji), tra questi il più diffuso è il sistema Hepburn che segue i seguenti criteri:

Consonanti

  • k è velare come l’italiano “c” di cane
  • g è velare come l’italiano “g” di gara (anche quando è seguita da “e” o da “i”)
  • s è sorda come nell’italiano “s” di sasso
  • z è dolce come nell’italiano rosa o zona
  • j è un’affricata come l’italiano “g” di gelo
  • ts ha il suono della doppia “zz” di “pazzo”
  • ch è un’affricata come l’italiano “c” di cena
  • sh è una fricativa come l’italiano “sc” di scena
  • n si pronuncia come la lettera “n” in italiano, tranne quando è seguita da “m”, “b” o “p”. In tal caso si pronuncia come “m”, ma graficamente si rappresenta con la “n”(es. shinbun).
  • h è sempre aspirata
  • f è leggermente aspirata
  • y si pronuncia come la “i” semivocalica di “ieri”
  • r ha un suono intermedio tra la “r” e la “l” e sostituisce la “l “che non esiste in giapponese.
  • w si pronuncia come la “u” molto rapida di uovo

Le consonanti doppie si pronunciano come in italiano. Nella scrittura giapponese la doppia consonante, ad eccezione della N, viene espressa con un piccolo tsu (つin hiragana; ツ in katakana) posto prima della consonante raddoppiata.

Vocali

Le vocali si pronunciano come in italiano ma sono più brevi. La “u” rappresenta un’eccezione, infatti è quasi muta in alcune sillabe intermedie o finali, per es. con  tsu e su (“tsuki” o in “imasu” ).
Le vocali lunge nel sistema Hepburn sono indicate con una linea orizzontale sovrapposta alla vocale, tuttavia la “e” lunga viene spesso trascritta  ei , mentre la “i” lunga ii .
Anche in hiragana per rappresentare l’allungamento della vocale e, si aggiunge la “i”( per es. sensei ), tranne in alcune parole come onēsan おねえさん in cui vi è la doppia “e”.
La vocale “o” si allunga aggiungendo la “u” come in arigatou ありがとう, ma vi sono eccezioni, per es. la parola ōkii  si scriveおおきい con la doppia “o”.
Nel katakana le vocali lunghe vengono espresse con l’aggiunta di un trattino ー.

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