L’inchino, in giapponese ojigi 御辞儀, è una forma di saluto tradizionale da adottare quando si incontra o ci si separa da una persona e indica rispetto nei confronti di chi si ha di fronte.

Nella vita quotidiana, lo status sociale determina il grado dell’inchino: quanto più è profondo l’inchino tanto più lo status della persona che salutiamo è superiore al nostro.
Esistono quattro livelli d’inchino: se ci troviamo davanti a un nostro pari, ci pieghiamo ad un angolo di 15 gradi, al nostro capufficio con un angolo di 30 gradi, a un cliente o a qualcuno di importante con un angolo di 45 gradi. Se bisogna porgere delle scuse per un ritardo o per una mancanza, è meglio un inchino di 90 gradi; anche un marito che torna a casa tardi la notte, si deve chinare ad un angolo di 90 gradi davanti a sua moglie.
L’inchino si applica anche per le differenze d’età, mostrando stima per la saggezza delle persone anziane.
Ci si inchina anche per chiedere permesso, in tal caso l’inchino assume il significato di “grazie” e “scusi”.

Al giorno d’oggi i giapponesi, soprattutto se giovani o se lavorano nel mondo degli affari, hanno ormai l’abitudine di dare una stretta di mano per salutare, hanno comunque la tendenza a piegarsi un pò mentre lo fanno.
In ogni caso, i giapponesi non si aspettano che gli stranieri applichino le diverse profondità d’inchino: per i gaijin (=stranieri), basta semplicemente inclinare leggermente il busto e piegare appena la testa.

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