Il Giappone è il paese in cui si verificano più frequentemente terremoti (jishin 地震).
Il motivo di questo fenomeno è facilmente spiegabile: l’arcipelago nipponico si trova in un punto in cui la placca delle filippine e quella del pacifico sprofondano lentamente sotto quella euroasiatica.
La costa orientale è colpita da sismi che interessano una zona molto estesa, solitamente accompagnati da forti maree e maremoti talvolta con onde anomale di eccezionale altezza, dette tsunami.
Il terremoto più disastroso che si ricordi nella storia giapponese si verificò nel 1923: con epicentro nella baia di Sagami, danneggiò gravemente Tokyo e Yokohama, provocando il decesso di circa 200.000 persone. Si registrarono circa 8,3° della scala Richter e la terra tremò per circa 5 min.
L’altro grande terremoto si verificò nell’Hanshin del 1995, la sua intensità raggiunse il settimo grado della scala Richter, e colpì la città portuale di Kobe, facendo morire circa 5000 persone.

Il Sol Levante dunque, ha dovuto imparare a convivere con il rischio sismico e oggi, grazie a tecniche all’avanguardia e ad un’ efficiente oraganizzazione, si può dire che i terremoti non fanno così paura al popolo giapponese.
La popolazione è sottoposta a frequenti esercitazioni;in tutti gli uffici e nei luoghi di lavoro è obbligatorio tenere una borsa di sopravvivenza con acqua, cibo liofilizzato, casco, torcia elettrica e radio.
Quando si verifica una scossa, la rete radiotelevisiva diffonde contemporaneamente alle immagini un allarme acustico, che può essere udito anche a radio spenta. Dopo due minuti vengono fornite ai cittadini le notizie sull’intensità, sull’epicentro della scossa e sull’eventuale pericolo di maremoto, con l’ora dell’ondata di tzunami prevista.
Ma l’intervento più importante riguarda le strutture antisismiche applicate alle costruzioni. I dispositivi utilizzati sono:
1) cuscinetti antisismici disposti alla base degli edifici
2) acciai molto più elastici del normale a bassa rigidità
3) fibra di carbonio che avvolge i pilastri rendendoli più resistenti alle fratture
4) apparecchi detti dissipatori che ammortizzano i movimenti tra un piano e l’altro
5) porte e finestre ad architrave mobile per le escursioni da sisma
6) vetri con mescola a maglia per evitare le spaccature

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