Per scrivere un nome proprio italiano (o di qualsiasi altra lingua straniera) in giapponese si usa il sillabario katakana.

Poiché alcuni suoni non esistono in giapponese, è necessario “adattarli” il più possibile seguendo delle regole di scrittura.

1.    Nel giapponese non sono presenti consonanti singole, ad eccezione della N.
Se dobbiamo trascrivere un nome in cui sono accostate due diverse consonanti , occorre riferirsi alla colonna della U della consonante non seguita da vocale.
Prendiamo ad esempio il nome Marta: la R diventa Ru, dunque scriviamo MARUTA マルタ

2. In giapponese non esistono i suoni “tu” e “du”.  In questo caso, usiamo  TO ト e  DO ド .
Esempi: Pietro > PIETORO ピエトロ, Sandro> SANDORO サンドロ.

3. Per raddoppiare una consonante si inserisce, davanti alla sillaba da raddoppiare, il segno TSU ッ rimpicciolito: Matteo > マッテオ

4. Quando la sillaba da raddoppiare inizia con una N o una M non si usa lo TSU ma il segno N:
Esempi: Anna アンナ, Emma エンマ
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